Surviving Y2K

La recensione del podcast sul millenium bug e su cosa significa cambiar millennio.

Razionalmente trovo che Capodanno sia una festa insipida, che ha perso di senso nel momento stesso in cui ho smesso di ubriacarmi male con liquori di discutibile fattura. La parte rettiliana del mio cervello però percepisce questa fine/inizio come un’eccitante tavola imbandita di possibilità, il momento in cui impugnare la propria vita e diventare la versione migliore di me stesso e altre baggianate assortite di cui tutti siamo succubi. Ora, non so cosa io pensassi all’alba dell’anno Duemila, ma sono sicuro che la parte squamosa del mio cervello di tredicenne fosse eccitatissima dalla prospettiva di quel bel numero tondo. Di quel periodo in realtà ricordo solo due cose: la copertina del primo Topolino del millennio e il Millenium Bug.

Surviving Y2K, purtroppo, non parla di roditori antropomorfi e parte invece da quel poco romantico baco per raccontarci di persone le cui vite sono state stravolte, o forse no, a cavallo del nuovo millennio (ah, come sono felice di aver potuto usare questo luogo comune almeno una volta nella vita. Cavalcare i millenni. Che immagine. Che potenza.) 

Per voi giovani alla lettura, il Millenium Bug, più conosciuto come Y2K nei paesi anglofoni, era un bug informatico che, alla scoccare della mezzanotte del 31 Dicembre 1999, avrebbe dovuto distruggere i computer di tutto il mondo, far saltare per aria decine di centrali nucleari e scatenare apocalissi di ogni gusto e qualità. Ovviamente non successe nulla di tutto questo.

Parte di Surviving Y2K è dedicata a capire cosa sia effettivamente accaduto nel mondo informatico: era Y2K una frode bella e buona o abbiamo davvero rischiato la catastrofe per un semplice cambio di data? I personaggi su entrambi i lati della barricata sono alquanto pittoreschi e a tratti sembra di sentir parlare i profeti del più folle cospirazionismo odierno, con la differenza che in questo caso è impossibile capire dove stia la ragione. 

Y2K e la sua storia, per quanto interessanti, sono in realtà solo il motore che Dan Taberski, voce e autore del podcast, usa per raccontare quello che davvero gli interessa e che rende Surviving Y2K uno dei miei podcast del cuore: come reagiscono le persone quando pensano essere di fronte alla fine del mondo? Per rispondere a questa domanda Taberski ci porta a spasso in storie scelte con un delicato gusto per l’assurdo: si passa da una coppia di prepper hippie muniti di accetta e canetti in mimetica a una famiglia americana che decide di cercare l’arca perduta nei deserti israeliani, il tutto contornato dalle dimissioni di Yeltsin in Russia all’assurda corsa per far nascere il primo bambino del millennio in Utah. Taberski stesso diventa un personaggio del suo racconto, con le sue vicende personali a offrirgli lo spazio necessario per farci provare come si sta quando tutto intorno a te va in fiamme ed esplode.

A tenere insieme il tutto ci pensano la scorrevole scrittura dell’autore e la sua capacità di intrecciare organicamente tutto questo ben di dio narrativo nel compatto spazio di sei puntate, riuscendo nel piccolo miracolo di farci provare empatia verso alcuni dei più strambi personaggi che mi sia capitato di ascoltare in anni di podcast.

Sono passati quasi ventidue anni dalla febbre del Millenium Bug e direi che possiamo affermare con un certo grado di sicurezza che il mondo non è finito nel gennaio del Duemila e che non finirà nemmeno in uno dei capodanni prossimi venturi. Per quanto sia affascinante sperare in un salvifico evento che riporti tutto a una sorta di magma primordiale, azzerando le nostre storie e permettendoci di ricominciare daccapo, alla fine dobbiamo tenerci le vite che abbiamo, fare i conti con il nostro passato e accettare di costruirci un futuro accettabile a partire da quel marasma del nostro presente.

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✏️Autore: Dan Taberski per Pineapple Street Media / Topic

🎧 Consigli di ascolto: se le avventure informatiche non vi appassionano un granché cercate di sopravvivere alla prima puntata perché ne vale davvero la pena (e di computer alla fin fine si parla molto poco)

🧁 Bonus: una SPLENDIDA guida per sopravvivere a Y2K con grafiche orripilanti, discutibili esperti e, per qualche motivo, Leonard Nimoy (a.k.a. Spock) a narrare il tutto. Fatemi sapere se riuscite a vederne tutti i 60 minuti. Io torno a guardarmi Alex l’ariete.