Certe Estati

La recensione di un podcast su estati italiane, musica e mitologia sociale

Nell’immaginario collettivo l’estate è fatta di spiagge affollate, jukebox, iconiche pubblicità dei gelati (Stefano Accorsi mi senti?), amori nati e poi finiti, feste e divertimento. Tutto questo la rende un periodo da sempre carico di mille aspettative, che monopolizzano conversazioni e pensieri mentre l’asfalto si scioglie. C’è chi ci tiene a farci sapere che la odia, chi invece la ama, chi scompare tra una vacanza in barca e una in montagna e chi si chiude in casa al buio con il ventilatore. È come una lunghissima, infinita vacanza natalizia, in cui la vita sembra rallentare e i problemi vengono affogati in bagni di sudore. Qualsiasi sia il modo in cui si voglia descriverli, questi tre mesi scarsi di elevate temperature che toccano l’emisfero boreale sono da sempre anche un potente pretesto narrativo.

In Certe Estati Giulia Cavaliere racconta di quell’affascinante intreccio di mitologia sociale, nostalgia canaglia e cultura musicale su cui si fonda il concetto stesso di estate, che diventa il pretesto per indagare cosa si annida nei ricordi di chi appartiene, o in alcuni casi ha contribuito a creare, la cultura popolare italiana. In ogni puntata Cavaliere, che di professione fa la giornalista musicale, racconta dualismi e contrasti che rendono l’estate la stagione più affascinante, e lo fa mescolando il suo eccellente modo di raccontare la musica con un’accogliente atmosfera da serata a casa di amici in cui i suoi ospiti possono accomodarsi con agio.

Ogni episodio ha al suo centro un immaginario 45 giri, o singolo per i più giovani, composto da due grandi hit del passato che Cavaliere sceglie insieme ai vari ospiti con cui condivide uno sguardo, una prospettiva, un amore specifico per l’immaginario estivo italiano e le sue trasformazioni nei decenni. Il podcast è promosso da Calzedonia, ma non per questo lo definirei un contenuto branded: ascoltando Certe Estati non si ha mai la percezione di avere tra le orecchie un contenuto meramente pubblicitario. Questo è certamente dovuto alla scelta intelligente di dare all’host ampio margine nel racconto contribuendo con successo ad alimentare la poesia con cui gli italiani si vivono quell’equazione mentale quasi scontata: estate = mare = costume da bagno.

Giulia Cavaliere, non nuova al formato audio, eccelle per la sua capacità di raccontare la musica nel contesto in cui viene fruita, riempendo l’analisi più pura e tecnica con aneddoti, commistioni con il cinema o la letteratura e plasmando davanti agli occhi di chi ascolta quel mondo colorato, vivace e al tempo stesso nostalgico che è, per un italiano, starsene sotto un ombrellone a leggere, o fare una gita in barca o, ancora, ballare fino all’alba su di uno stabilimento balneare come «figli delle stelle».

🔗Ascoltalo qui

✏️Autore: Giulia Cavaliere per Chora Media

🎧 Consigli di ascolto: non so se si può definire un consiglio ma io l’ho ascoltato lunga sul letto a quattro di spade con un ventilatore puntato addosso e le serrande abbassate per non far entrare il caldo. Mi ha aiutato a ricordare le cose belle di questa stagione.