I migliori pocast del 2023

Ciao, se passate di qui per caso sappiate che siamo una newsletter e che consigliamo podcast e lavori audio belli per la gioia delle vostre orecchie. Alla fine di questo strambo duemilaventitrè abbiamo costretto amici della newsletter e compagni di avventure per le orecchie a scegliere e consigliare uno dei lavori che più li hanno colpiti. Dato che siamo very internescional, ci trovate pure tre recensioni in inglese.
Se tutto questo vi piace, potete lasciarci la vostra email qui sotto e ogni due settimane vi arriveranno comodi comodi un paio di consigli di ascolto.

Wild Baricco, Caccia/Baricco per Il Post

consigliato da Francesco Costa - Il Post

Conflitto di interessi! Il vicedirettore del Post consiglia un podcast del Post! Arrestatemi. Ma nell’ultimo anno il tempo che passo ad ascoltare podcast è crollato, un po’ perché è diventato un lavoro anche solo stare in pari con quelli del mio giornale, un po’ perché le idee in giro sono pochissime e non sempre al proposito “facciamo un podcast” segue un’idea forte e originale di cosa metterci dentro (a parte le risposte scontate, cioè un brand e un influencer). Wild Baricco mi è sembrato liberatorio. Un solo episodio, inizia e finisce, non si resta agganciati a una nuova ennesima serie. È strapieno di idee ed è stravuoto di effetti speciali: due microfoni, due persone. Dura due ore, perché per dire qualcosa serve tempo.


Maintenance Phase, Gordon/Hobbes

consigliato da Jonathan Zenti

Quest’anno è stato l’anno in cui più di ogni altro ho subito violenze fisiche e verbali per il mio aspetto fisico (o meglio, non tanto per il mio aspetto fisico ma quanto per il fatto che non me ne vergogno, che non rappresenta per me un problema, che mi muovo nel mondo soprattutto in bicicletta e che ne faccio una questione critica e politica, anziché stare a casa a piangere come i personaggi inventati dei film che vincono gli oscar perché fanno compassione agli scemi). Proprio per questo l’ascolto più importante per me quest’anno è stato Maintenance Phase di Aubrey Gordon e Michael Hobbes. Oltre a prendersi il tempo per smantellare punto per punto il pregiudizio scientifico, medico e sociale nei confronti dei corpi grassi, è anche tanto tanto tanto divertente, tanto che mentre andavo in bici rischiavo di morire non perché facevo un infarto come medico di base vorrebbe, ma perché andavo a sbattere addosso alle macchine dal ridere.


You Didn’t See Nothin, Lacour per USG Audio

consigliato da Eleanor McDowell - Falling Tree Productions

A nuanced, thoughtful and sonically-alive exploration of the idea of ‘justice’ from Yohance Lacour and the team at the Invisible Institute in Chicago. In this podcast, Yohance revisits the Lenard Clark case - a hate crime he first reported on back in 1997, in his days writing for a local neighbourhood newspaper on the South Side of Chicago. You can feel the depth, time and care of the reporting in every episode.


Gli Ammutati, Mancini per RaiPlay Sound

consigliato da Radio Papesse

Per mesi abbiamo aspettato che uscisse l'intera serie. L'unico episodio che RaiPlay Sound aveva pubblicato discretamente, senza grandi annunci, ci aveva sorpreso, per una concatenazione di vicende che piano piano svelano una più grande storia - o almeno la lasciano intuire - grazie a una scrittura e una costruzione sonora attenta, senza sbavature tendenti al dramma o alla spettacolarizzazione. Gli altri episodi, arrivati quest'anno, hanno confermato uno stile che diremmo gentile, poetico, un giornalismo che sa fare il suo mestiere, traendo il meglio dal medium sonoro.


Sottobosco orizzontale, Annese per Piano P / Tre soldi

consigliato da Radio Papesse

Abitare a Milano non è mai stato così difficile. In cinque episodi Cosentino e Annese ci portano ai margini, laddove la città espelle i suoi cittadini 'meno fortunati', quelli che non ci sono case popolari per tutti, quelli che le case popolari sono chiuse o cadono a pezzi, quelli che hanno un lavoro, vero e uno stipendio ma non se lo possono permettere, quelli che hanno una pensione ma non basta. Da fuori, da dentro, una città imbruttita che non riesce più a nascondersi. Da ascoltare lontano dalle ondate depressoidi post tasse, affitti ed estratti conto vicini al rosso.


Sei stato felice?, Lalli per Miyagi Entertainment

consigliato da Daria Corrias - Tre soldi / Rai Radio 3

L’ascolto che mi ha emozionato di più nel 2023. La storia di Mina e Piero Welby e della lotta per il diritto all’eutanasia legale e alla libera scelta sul proprio fine vita. Ci sono tante ragioni per cui ascoltare le storie delle persone. Ci aiutano a conoscerci tra esseri umani. Ci fanno immaginare come avrebbe potuto essere per noi, come ci saremmo sentiti, come avremmo fatto, cosa avremmo pensato. Avremmo detto anche noi “ho tagliato un po’ troppa cipolla”? Questo podcast racconta senza sconti ma con estremo rispetto una storia importante, un contributo fondamentale per una comunità consapevole, informata, attenta.


The Unfortunates, Auton per BBC Radio

consigliato da Talia Augustidis

The Exploding Library podcast explores off-the-beaten-track literature through the eyes of a comedian, produced in the style of the book itself. This episode in particular is a lot of fun, based on BS Johnson's 1969 novel The Unfortunates which was published in a box with 27 unbound sections to be read in a random order. The ordering of the programme is therefore random, apart from the beginning and end, and it's so creative and beautiful. It was such a joy to float around with the host Rob Auton, even if I didn't catch every detail. It made me want to go right back to the beginning and start again.


Due volte che sono morto, Nori per Chora Media / RaiPlay Sound

consigliato da Sara Poma - Chora Media

Fra i tanti vantaggi, il racconto in forma di audio ne ha uno più grande di tutti: avere gli occhi liberi per guardare mentre si è immersi in una storia. E allora capita che quando si viene a contatto con qualcosa di memorabile, gli occhi siano ancora più accesi e anche l’atto di ascoltare diventi un ricordo. Ho una memoria molto vivida di quando ho ascoltato Due volte che sono morto di Paolo Nori. Guidavo verso il mio posto preferito al mondo (un paesino nel sud della Francia) e la cadenza blues di Nori accompagnava il paesaggio; la montagna da un lato e il mare dall’altro. Ecco, quando si ascolta qualcosa mentre si è in viaggio e si ha la fortuna che ciò che si ascolta sia esso stesso un viaggio, nel senso più profondo della parola, l’esperienza diventa ricordo e non la si dimentica più.


Fedeli alla linea: la linea non c'è, De Falchi per RaiPlay Sound

consigliato da Marco Rip - Lifegate Radio

Si potrebbe disquisire per ore sul magma di temi veicolati da quel faro che è Giovanni Lindo Ferretti: da soli, varrebbero un ascolto del podcast. Qui, però, ci troviamo di fronte a un caso senza precedenti di orchestrazione magistrale del colossale archivio Rai. La narrazione cronologica (dagli anni 80 a oggi) è accompagnata da una crescente qualità sonora dei materiali, nudi e utilizzati spesso in modo integrale, mai appesantiti da sovraincisioni o sound design posticci. È tutto puro, e soprattutto votato al potere creativo del montaggio. C'è la potenza evocativa della parola (spaventosamente attuale), ma anche il viaggio parallelo nel timbro vocale del protagonista, che fra interviste, radio, TV e live mostra tutte le sue facce: da quelle più composte e riflessive, a quelle euforiche e divertite. Fedeli alla linea chiede a chi ascolta un atto di fiducia: se prima bisogna "accettare" una qualità sonora sporchissima, monodimensionale e faticosa, si è poi accompagnati verso un orizzonte sonoro aperto, fino a praterie di lunghi momenti musicali live. Qualsiasi voice-over sarebbe stato fuori luogo, in un audiodoc in controtendenza che sa essere minimale e abbondante al tempo stesso.


consigliato da Giacomo de Poli - Lifegate Radio

A cavallo del 2000, a causa di un vuoto normativo, il Canton Ticino divenne in breve tempo una sorta di Giamaica mitteleuropea. Campi e capannoni cominciarono ad essere destinati alla coltivazione della canapa e in pochi mesi spuntarono decine di negozi dedicati alla vendita "mascherata" di cannabis (principalmente sotto forma di cuscini e sacchetti per profumare ambienti) e prodotti derivati.Tutto vero, tutto legale a patto che non venisse dimostrate la finalità di vendita come stupefacente.La Svizzera divenne un El Dorado per coltivatori e imprenditori a caccia di opportunità e al tempo stesso mecca per allegri pellegrini provenienti dai paesi limitrofi in cerca di relax. Ma da terra promessa a Far West il passo è breve.A 20 anni dall'operazione di polizia "Indoor" che smantellò i canapai, Olmo Cerri, che all'epoca era un teenager, apre l'album dei ricordi e in Quegli stupefacenti anni zero (podcast prodotto dalla Radiotelevisione Svizzera) ricostruisce un momento storico e una vicenda indimenticabili per molti (compreso il sottoscritto). Lo fa rintracciando i protagonisti e intrecciando storia personale, materiale d'archivio e anche le canzoni di quegli anni (cosa che non accade spesso). Un podcast notevole, a tratti piacevolmente naïf, racconto preciso ed esaustivo, in bilico tra storia personale e vicende collettive.


Figlie, Poma per Chora Media / RaiPlay Sound

consigliato da Andrea de Cesco - Questioni d’Orecchio

L’ho ascoltato mesi fa, eppure a Figlie mi capita di pensarci ancora. Già soltanto questo mi fa capire quanto questo podcast sia e sia stato importante per me. La domanda è: perché? Cosa rende Figlie così speciale? Innanzitutto, per quanto possa sembrare scontato, c'è da dire che Figlie è una storia - anzi, un intreccio di storie - che fa innamorare. Così come fanno innamorare la scrittura, immaginifica, e la narrazione, sognante, della sua autrice, Sara Poma (una delle voci più interessanti che ho incontrato in Italia, e non solo). Questa stupenda produzione di Chora Media per RaiPlay Sound prende le mosse da un'email che Sara ha ricevuto nella primavera del 2022. A mandargliela era stata la compagna di un suo ex collega, Sofia Borri. Dopo avere ascoltato il suo primo podcast, Carla, Sofia si era convinta che Sara potesse essere la persona giusta per aiutarla a ricostruire la memoria di sua madre Silvia, scomparsa dal 1978, quando era stata sequestrata insieme a Sofia stessa dai militari della dittatura argentina. Solo che mentre Sofia fu poi restituita alla famiglia, di Silvia non si seppe più nulla. In quel periodo anche Sara stava lavorando sulla memoria di sua madre, Marisa, che è morta a causa di una malattia quando Sara aveva 17 anni. Ed ecco che allora le due donne, entrambe classe 1976, decidono di intraprendere insieme un viaggio a partire dalla propria condizione condivisa di figlie mancate. Un viaggio, fisico e soprattutto interiore, che queste Sara e Sofia compiono quasi tenendosi per mano, da sorelle. Ne viene fuori un lavoro che è poesia all’ennesima potenza, un podcast che va a toccare corde profondissime e che incarna l’idea secondo cui il personale può essere politico e dal particolare possono scaturire indagini universali. A impreziosire il tutto ci sono le musiche e il sound design di Luca Micheli, che si conferma un maestro assoluto in materia.


Troubles, Sciarrillo

consigliato da Giada Arena - Lucy

Per oltre trent’anni, l’Irlanda del Nord è stata straziata da un conflitto che ha ucciso 3500 persone e ne ha ferite quasi cinquantamila. I “Troubles” tra repubblicani, indipendentisti cattolici che volevano unirsi all’Irlanda, e unionisti, protestanti fedeli alla Corona e favorevoli alla permanenza nel Regno Unito, hanno distrutto comunità e famiglie di questa regione poco più grande della Campania. Eredità indesiderata del colonialismo britannico, si tratta di un conflitto alle porte d’Europa mai realmente concluso, eppure ne sappiamo incredibilmente poco: io stessa non avrei saputo citare altri nomi dei personaggi coinvolti oltre a quello di Bobby Sands – fino a quando non sono finita proprio in Irlanda del Nord, limbo identitario e periferia dell’impero traumatizzata, le cui ferite vengono mostrate con rabbia e orgoglio in luoghi come Derry, teatro della terrificante Bloody Sunday del 1972. Per questo, il podcast Troubles - Una storia irlandese, densissima autoproduzione di Samuele Sciarrillo, è così prezioso: nel corso dei dieci episodi che lo compongono, le storie di quei trent’anni vengono raccontate accuratamente da chi c’era – come Michael Phillips, arrestato negli anni ’90 con l’accusa di essere un membro dell’IRA e co-autore del podcast. Ci si chiede spesso: chi decide l’identità di un popolo? E fino a che punto può legittimamente spingersi questo popolo nella sua lotta per la sua autodeterminazione? In questo momento difficilissimo, in cui i maggiori conflitti in corso hanno inevitabilmente a che fare con il tema della decolonizzazione, è importante guardare alla storia per cercare delle risposte.


You Didn’t See Nothin, Lacour per USG Audio

consigliato da Lauren Passell - Tink Media

For You Didn’t See Nothin, Yohance Lacour brings us back to a 1997 hate crime that took place on the South Side of Chicago and changed his life forever—the attack on Lenard Clark, who was beaten into a coma by some white teens for being in a white neighborhood. The show starts with the day of the attack, and we hear how it impacted Yohance, who was in his early 20s at the time. It's this first episode that made me say, "oh wow this podcast is different." The way Yohance recounts the way his friends jump into a car to beat the shit out of these white assholes made my jaw drop and has stuck in my mind since the first time I heard it. Yes, the story of Lenard is fascinating—it's a story about race, the mob, power, media, crime, and corruption in Chicago. But it's Yohance that makes this show one of the most incredible that I've ever heard. He isn't reporting or telling, he's bringing his full self to his performance, which doesn't feel like a performance. It feels completely effortless and natural, yet at the same time, somehow, like perfect poetry. Using interviews, memories, archival tape, and tons of unexpected audio elements, he weaves this story into a multi dimensional audio story that feels like a pop-up book for your ears. You Didn't See Nothin is a mix of true-crime investigation, personal memoir, and bold narration


Dove nessuno guarda, Trincia per Chora Media / Sky Italia

consigliato da Fabio Ragazzo

Il mio consiglio di ascolto per il 2023 probabilmente non sarà il più originale, è un po' come dire che da Bottura si mangia bene. Ma non posso non citare come miglior titolo in lingua italiana dell'anno Dove nessuno guarda di Pablo Trincia. Non è solo la storia al limite del credibile a meritarsi la menzione - recentemente c'è stata abbastanza la corsa a raccontare in podcast delitti più o meno noti - ma la capacità straordinaria di trasformare un caso chiuso, in una nuova inchiesta dal finale aperto: siamo, infatti, tutti in attesa di sapere come procederà il processo sull'omicidio di Oki. Risentire Pablo in modalità segugio sul territorio è stato poi un bellissimo déjà-vu - anzi écouté, ma con 5 anni di esperienza audio in più rispetto a Veleno - e ci ha regalato una confezione sonora tra host, interviste e sound di un equilibrio veramente notevole. Tanto da essere riuscita ad avere un impatto reale sulla comunità, cosa che ben pochi podcaster possono vantare, con una Potenza risvegliata dopo 30 anni dal suo torpore sulla scomparsa di Elisa Claps.L'ascolto collettivo e partecipato del podcast fuori dalla Chiesa della Trinità penso sia la medaglia più lucente per aver realizzato un lavoro mirabile.

Per le orecchie, invece, alla ricerca di qualcosa più nascosto e in lingua inglese consiglio l'ascolto di A very british cult di BBC Sounds, podcast-inchiesta che racconta la vicenda improbabile di una setta milionaria, basata sulla vendita di corsi di crescita personale.


La ultima copa, Garsd per NPR

consigliato da Carlo Annese - Piano P

Alcuni campioni dello sport sono la dannazione di chi deve raccontarne le imprese: tanto fenomenali in campo quanto banali e inconsistenti fuori. Leo Messi, ad esempio. Di lui si ricordano gol e assist meravigliosi, ma non una frase significativa. Come lo si può descrivere evitando le ovvietà? Jasmine Garsd ha trovato il modo: parlando di sé. Jasmine è una giornalista argentina che lavora a New York. È emigrata quando era ragazzina da un Paese in perenne crisi politica ed economica, e ha un grande talento nel raccontare storie. Esattamente come Messi – nato a Rosario ma cresciuto a Barcellona, diventato quindi troppo “europeo” per essere amato in patria – del quale Jasmine ha usato l’ultimo tentativo, poi riuscito, di vincere la Coppa del Mondo di calcio come pretesto narrativo in una serie scritta splendidamente (ascoltate la versione in spagnolo). Attraverso lo sport, La ùltima copa illumina la storia e il carattere di un popolo; arrivandoci di lato, parla di povertà, appartenenza e identità meglio di qualsiasi trattato di geopolitica.


Babbo Bastardo, Losito per RaiPlay Sound

consigliato da Andrea Morbio - Podcastini

Solo la mente di un autore profondamente sadico poteva generare una serie che ci fa divertire raccontandoci le storie dei peggiori padri della storia. Provate ad ascoltare il primo episodio di Babbo Bastardo e non smetterete più di ridere. Quando arriverete alla fine della serie, con i muscoli dell’addome atrofizzati, vi chiederete come avete potuto ridere così ascoltando storie tanto crudeli. I babbi bastardi ce l’hanno messa tutta per rovinare le vite dei loro figli e come co-sceneggiatori di questo podcast sovversivo prodotto da Mamma Rai meritano un premio per la loro cinica originalità. Antonio Losito, dopo averci raccontato i lati più esuberanti dei tiranni contemporanei ha saputo trarre ispirazione dalle disavventure famigliari di grandi personaggi della letteratura e dello sport come Pier Paolo Pasolini e André Agassi. Babbo Bastardo per me è la rivelazione del 2023, non avrei mai immaginato di poter ridere a crepapelle delle sciagure altrui!