Corpi Liberi

La recensione di un podcast su adolescenza, disforia di genere e identità binaria

Ci sono dei giorni in cui, nonostante la abbacinante gioventù che sprizza da tutti i miei pori di splendido trentaseienne, mi sento terribilmente vecchio. L’ultima volta che sono stato investito da questa sensazione di anzianità incipiente è stato quando, al Pride di Genova, mi sono fermato a parlare di identità di genere con una banda di rampanti ventenni. Dopo anni di vita a Berlino pensavo di potermi districare piuttosto agevolmente tra la pletora di identità non-binarie in cui i nati negli anni duemila si muovono con fluida agilità. Ovviamente non è stato affatto così e mi son trovato ad annuire non troppo convinto mentre i giovani, loro si, mi riversavano addosso una valanga di informazioni che non sono sicuro di aver ancora digerito interamente.

Qualcosa di simile è successo anche a Silvia Ranfagni quando, in un placido momento casalingo di un giorno qualunque, l’adolescente di cui è genitrice, Alex, le ha comunicato di essere trans. Ora, Silvia è persona cosmopolita e di ampie vedute, abita in un quartiere piuttosto inclusivo di una grande città e su di un personaggio trans ci ha pure scritto un film. Tutto bene quindi? Insomma. Tra conoscere la definizione di un termine e capire come ci si sente a viverci dentro, ci passano almeno tre o quattro oceani di incomprensioni, maldestri tentativi di azzeccare il giusto pronome e infiniti dubbi. 

Corpi Liberi è il personalissimo racconto di come Silvia è riuscita ad accettare, accogliere e infine comprendere l'identità di Alex. A guidarla in questo viaggio ci ha pensato Mark, un ragazzo di qualche anno più grande, la cui storia di transizione è la stampella su cui Silvia si appoggia per provare a rispondere a tutte le domande che le frullano in testa. Nei sei episodi del podcast ripercorriamo il percorso di Mark e della sua famiglia grazie a delle toccanti interviste intergenerazionali, da cui trasuda tutto un misto di confusione e amore con cui è impossibile non empatizzare. Alla storia di Mark, si alternano le riflessioni di Silvia, che, con grande coraggio e ironia, mette in pubblico i dubbi e le inquietudini che assalgono noi “persone del Medioevo” quando ci confrontiamo con tutta questa sfolgorante modernità.

Grazie alla spumeggiante parlantina di Silvia, Corpi Liberi riesce a inoltrarsi in argomenti piuttosto spinosi con una certa leggerezza, evitando la trappola del “podcast militante” e regalando agli ascoltatori una traccia da seguire per avventurarsi senza timore nella multiforme selva delle identità di genere. Nel deserto culturale italiano, Corpi Liberi è un’oasi a cui abbeverarsi, per meglio capire noi stessi e il mondo che ci circonda e iniziare a farsi delle domande su quanto inutile sia difendere a spada tratta la presunta purezza di un mondo binario, con il solo risultato di generare indicibili sofferenze.

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✏️Autore: Silvia Ranfagni per Chora Media/Spotify

🎧 Consigli di ascolto: se avete letto questa recensione pensando che in fondo tutta questa cosa qua delle identità di genere non vi interessi, Corpi Liberi è il podcast perfetto per voi. Dico davvero eh. Provate a dargli un ascolto e mi ringrazierete.

🧁 Bonus: se avete bisogno di un facile sommario da leggere per cercare di farvi un’idea su identità di genere e dintorni, Questioni di un certo genere de Il Post è un’ottima introduzione all’argomento.