Cosa Preferiresti

La recensione di un podcast fatto di pure ipotesi demenziali

Cosa preferireste tra una recensione fatta di continue domande retoriche e il consueto florilegio di aggettivi e subordinate a cui vi abbiamo abituati? E preferireste essere un cervo con dei baffi al posto delle corna o forse un gatto con della corna al posto dei baffi? E ancora, se doveste vivere un anno su un'isola deserta preferireste portarvi dietro un lemure addomesticato o un cuscino di piume d’oca?

A queste (insomma, quasi) e altre improbabili domande rispondono Dutch Nazari e Alessandro Burbank in Cosa Preferiresti, un nuovo podcast di cui mi sono stupidamente innamorato nelle ultime settimane e su cui ho deciso di scrivere qualche riga anche se ad oggi sono uscite solo un paio di puntate. Nazari (o Dutch? o Dutch Nazari? o forse DN?) e Burbank sono due personaggi che vivono su quella sottile linea che divide il mainstream culturale dagli oscuri sottoboschi indipendenti e che hanno fatto del giocare con le parole di fronte a un pubblico il loro mestiere. Uno, DN, è un cantautorapper che scrive cose come in senso lato la vita è una trama condita di intrecci banali / con scenografie artificiali / che fanno da sfondo a dialoghi superficiali / tra luoghi comuni volgari. L’altro, Burbank, fa parte di quella nuova genia di poeti che, oltre a fare le cose serie e culturalmente appropriate per un poeta (tipo scrivere mogi con calamai e pennini e vincere oscuri premi), portano le loro barbe sul palco dei Poetry Slam e fanno vivere le loro poesie recitandole come dei veri e propri perfomer e, spesso e volentieri, facendo sganasciare dalle risate i presenti. Insomma, ai due piace parlare e hanno fervide immaginazioni forgiate dal fuoco di mille riflettori da palcoscenico.

Negli ultimi anni il nostro dinamico duo si è trovato a fare lunghe camminate congiunte. E cosa fare mentre si cammina se non mettersi a pasticciare gioiosamente con parole e pensieri? È così che è nato Cosa Preferiresti. Il format è semplicissimo: Nazari e Burbank si preparano una lista di domande demenzialmente surreali, il cui incipit è sempre «cosa preferiresti tra». Le domande vengono poi sottoposte a ospiti vari ed eventuali, costringendoli ad argomentare sul perché avere gli occhi sul palmo delle mani sia meglio che avere una coda. C’è chi la prende sul serio e dà spiegazioni incredibilmente ragionate come Martin Sal nella prima puntata e chi, inevitabilmente, la butta nel ridancianesimo come Dargen D’Amico. È tutto molto bello.

Cosa Preferiresti non è un podcast di grandi narrazioni o di storie che tengono con il fiato sospeso e, forse proprio per questo, è stata una benvenuta ventata di aria fresca nelle mie cuffiette. Dietro c’è un’idea originale che, nutrita con amore e registrata/montata con gusto, semplicemente, funziona. Ascoltando questo podcast ho ritrovato certe bellissime sensazioni di quando, da piccolo, mia sorella approfittava di lunghi viaggi in macchina per costringermi in quegli illuminati e complicatissimi giochi fatti di parole e immaginazione che solo i bambini chiusi in auto per troppe ore riescono a inventare. Vi sfido a sentire più di dieci minuti di Cosa Preferiresti senza ridacchiare felici e pensare con un sorriso agli amici a cui riproporrete la vostra domanda preferita.

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✏️Autore: Dutch Nazari / Alessandro Burbank

🎧 Consigli di ascolto: le puntate sono brevi e ce ne sono solo un paio (altre in arrivo), quindi non ho granché da consigliarvi. Siccome sono buono non vi ho spoilerato nessuna delle domande del podcast. Quelle che trovate qui sopra me le sono inventate di sana pianta (Nazari/Burbank, sentitevi liberi di contattarmi come ghost writer)

🧁 Bonus: già che vi ho parlato di Poetry Slam, vi butto lì una piccola bella poesia di chi i Poetry Slam me li ha fatti conoscere, il sommo Filippo Balestra. Mi par quasi brutto far questa partigianeria, ma il video è girato a Genova dalla persona che faceva i video per uno dei miei gruppi preferiti. E allora.