Il Sottosopra

La recensione di uno dei più influenti audio documentari italiani
a cura di Daria Corrias

Questa non sarà una recensione super partes, di quelle distaccate, in cui si analizza con freddezza e oggettività un prodotto. Non lo chiamerò nemmeno mai prodotto, questo radio documentario alla quale sono legata per diversi motivi. Il Sottosopra è una produzione Tratti Doc, realizzato da Gianluca Stazi e Giuseppe Casu nel 2018 per Tre Soldi - RaiRadio3, il programma che curo e coltivo dalla sua nascita insieme a Fabiana Carobolante e Giulia Nucci. 

Si tratta di un documentario non narrato: nel genere del documentario radiofonico è il mio preferito e non prevede la presenza di alcun narratore esterno. Non c’è nessuno che vi prenderà per mano e vi dirà cosa succede, dove ci troviamo e andremo. Il racconto è affidato esclusivamente alle parole dei protagonisti.

Il sound design è estremamente raffinato, immersivo e coinvolgente. Credo che ad oggi, sia il lavoro radiofonico con il suono più bello che io abbia mai ascoltato in Italia. Sentirete piccoli sassolini che rotolano, insetti, vento, echi e riverberi di ambienti lontani e profondi. È il territorio che parla e che racconta con la stessa intensità dei protagonisti umani. Fatevi un regalo e ascoltatelo con le cuffie.

E poi c’è la storia.

1992: le miniere del Sulcis Iglesiente, sud-ovest della Sardegna, sono a un passo dalla chiusura. La prospettiva di perdere l’unico reddito familiare costringe i minatori a occupare pozzi e gallerie per giorni e giorni, bloccando gli ingressi e chiudendosi a centinaia di metri di profondità dentro la montagna, armati dell’esplosivo normalmente usato per scavarla.

Ne parlarono giornali e televisioni in Italia e nel mondo, l’importanza dell’evento amplificata dal fatto che avveniva non lontano da quegli stessi luoghi che videro la prima protesta operaia italiana (Buggerru, 1904). Anche in quel caso furono i minatori a protestare e l’esercito inviato dalla prefettura sparò sui manifestanti uccidendone 3 e ferendone 13. Gli avvenimenti di Buggerru scossero tutto il paese e poche settimane dopo fu indetto il primo sciopero generale nella storia d’Italia. La classe operaia sarda nasce insomma in questi luoghi.

Ma torniamo al Sulcis Iglesiente. Quando l’occupazione finì, i minatori ebbero salvo il posto di lavoro, ma ancora per poco. La chiusura degli impianti era ormai inesorabile. La protesta ricominciò: ora bisognava impegnarsi per salvare il territorio e lavorare a una re-industrializzazione che non avrebbe condannato i propri figli a un futuro di disoccupazione. Non avvenne nulla di tutto questo e il deserto avanzò.

Il Sottosopra, quindi, è una storia di lavoro e di fallimento. A raccontarcela sono le parole di due uomini, Silvestro e Manlio, diversi tra loro ma accomunati da un rapporto molto intimo con la miniera. Uno minatore da sempre, l’altro maestro prima e minatore per scelta, poi.

Avrò ascoltato questo radio documentario un’infinità di volte. Posso dire di conoscerlo a memoria ma ogni volta che lo ascolto, quasi verso la fine (so anche il minuto, ma non voglio sembrare troppo pazza), c’è un momento in cui le parole di Manlio mi creano sempre lo stesso effetto: stringo i denti, mi si drizzano i peli sulle braccia, il cuore accelera e spesso mi si bagnano anche gli occhi. Non riporterò qui le parole esatte, che pure so a memoria. Andate e ascoltatele, chissà che non vi facciano lo stesso effetto.

Il Sottosopra è una storia di lavoro e lotta, ma anche una dichiarazione d’amore per un territorio, il proprio, che si ama, si cura, si conosce fino all’ultimo fiore o fungo che vi cresce.

Gianluca e Giuseppe, grazie a Manlio e Silvestro e ai minatori del Sulcis Iglesiente, hanno realizzato un documentario di grande potenza, una storia che, pur partendo da un’isola del Mediterraneo conosciuta soprattutto per le spiagge e un turismo che non temo di definire al limite del colonialismo, è riuscita a toccare corde universali. Una forza che ha raggiunto platee di ascoltatori inaspettate conquistando due dei premi internazionali più prestigiosi nel mondo delle produzioni audiovisive: il Prix Italia e il Prix Europa, conquistati entrambi nello stesso anno. Un riconoscimento che l’Italia non prendeva da più di 50 anni (Prix Italia) e non aveva mai ottenuto (Prix Europa).

E per tutto questo, ma soprattutto per il semplice fatto di averlo realizzato con tanta cura, nutro un sentimento di profonda gratitudine nei confronti degli autori, come “addetta ai lavori” e come ascoltatrice.

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✏️Autore: Stazi-Casu per Tre Soldi / Rai Radio 3

🎧 Consigli di ascolto: Se volete ascoltarlo avete due possibilità, anzi tre. Su RaiPlay Sound trovate la versione in 5 puntate andata in onda per Tre Soldi e un ascolto unico di circa 44 minuti (linkato anche al titolo). Se volete condividerlo con chi non conosce l’italiano lo trovate sullo splendido Radio Atlas.