Katia

La recensione del podcast invadente come l’amica di tua mamma

Sono nel bel mezzo di un trasloco internazionale e, nonostante abbia appena finito di riempire lo scatolone numero quattordici, il mio appartamento continua a rigurgitare oggetti che mi pregano di non essere lasciati indietro nelle fredde lande berlinesi. Incredibilmente però, sto riuscendo a vivermi questo impacchettamento di vita in maniera più spensierata del previsto, senza soccombere a quella nostalgia da Dawson Creek che spesso attanaglia noi figli degli anni novanta. Buona parte di questa mia insospetta resilienza è dovuta alle cose che sto ascoltando e guardando in questi giorni, che sono decisamente cambiate da quando intorno a me non vedo più una casa carina e amorevole, ma un ammasso di roba che non so come trasportare dal nord al sud dell’Europa. Da qualche settimana infatti ho messo da parte i contenuti impegnati e le mie ossessioni true crime per lasciar spazio alla leggerezza.

Con leggerezza non intendo qui una semplice disimpegnata frivolezza, ma, parafrasando male il povero Calvino, un planare sopra i problemi della vita e sotto il menefreghismo della procrastinazione. Grazie a questo dolce planare sono approdata nel magico mondo di Rubrichette, un canale YouTube (ci arriviamo) che ha riempito i miei traslochi di risate e angioletti della Thun. Edoardo Zaggia e Alberto Sacco, le menti dietro al progetto, sono partiti da Instagram, per poi passare a YouTube e infine approdare ai podcast, a dimostrazione che quando fai ridere lo fai in qualsiasi formato. La loro opera magna è, appunto, Rubrichette, una serie di video in cui a cadenza settimanale approfondiscono alcuni dei più importanti temi del mondo odierno: i lavori delle suore, le nutrie al forno, i fotoromanzi turchi e borse dalla dubbia manifattura, in un tripudio di acuti adorabili, “esibizioni” col flauto e camicette pazze.

Katia è il loro podcast e prende il nome dall’amica pettegola di vostra mamma, quella che si presenta in casa senza essere invitata e non se ne va più, oppure chiama al telefono occupando la linea per ere zoologiche proprio mentre state aspettando che il vostro grande amore (Pacey? Jane? Jack?) vi chiami. Katia è un’estensione dell’immaginario di Rubrichette in una scintillante versione audio piena di cazzeggio e gioia color fucsia, in cui Zaggia e Sacco parlano a ruota libera, un po’ dei fatti loro, un po’ di curiosità e di cose che accadono a tuttə, come per esempio TRASLOCARE (coincidenze?). Come l’amica della mamma, Katia si palesa un po’ quando vuole, che più o meno coincide con quando Zaggia e Sacco non lavorano ai video per il canale.

Le prime sei puntate di Katia sono quasi un involontario esempio da manuale di come molti podcast indipendenti sono nati: un’idea ben precisa, inserita in un contesto più ampio (quello dell’universo di Rubrichette), raccontata e portata avanti di pari passo con i personaggi che la raccontano, con l’aspetto tecnico del podcast inizialmente in secondo piano e che migliora di puntata in puntata con l’aumentare della confidenza con il mezzo. 

Tra parenti problematici, una certa insofferenza (da me condivisa) verso Gianni Rodari e riflessioni sulla legittimità di fischiare agli uomini per strada, Katia va ascoltato perdendosi nelle chiacchiere di Alberto e Edoardo, in un labirinto di parentesi aperte e mai chiuse, proprio come i discorsi che fanno vostra mamma e la sua amica.

🔗Ascoltalo qui

✏️Autore: Edoardo Zaggia / Alberto Sacco

🎧 Consigli di ascolto: guardate almeno un video di Rubrichette prima di partire con il podcast, così giusto per avere un’idea dello splendido immaginario che circonda il podcast.

🧁 Bonus: Edoardo e Alberto sono parecchio attivi e seguiti su Instagram. Amateli e molestateli con garbo perché si accorgano di questa recensione e ci aiutano a diventare dei ricchi possidenti terrieri.