Labanof

La recensione di un podcast su quanto è figa la medicina forense

Due giorni fa è andata in onda su Rai Uno la prima puntata della seconda stagione di Imma Tataranni di cui non mi vergogno di essere fan. La Tataranni è sostituto procuratore e indaga su crimini commessi nella provincia di Matera. Ad affiancarla c’è il Maresciallo Calogiuri, suo toyboy materano e solo uno dei personaggi più o meno caricaturali che la circondano. Tra tutti ne spicca uno: il medico legale dottor Taccardi, interpretato dall’attore diventato famoso con il personaggio dello stagista muto in Boris. Il dottor Taccardi è leggermente antipatico e piuttosto puntiglioso, battibecca spesso con la dottoressa e ha un modo di porsi rispetto agli eventi distaccato e analitico. Rappresenta insomma il classico medico legale fuori dal mondo tipico delle serie tv. Quello che ho scoperto ascoltando Labanof è che i medici legali non sono tutti così.

Nella sezione di Medicina Legale dell’Università di Milano c’è un laboratorio sulle cui pareti compare una scritta in latino: “i morti insegnano ai vivi”. È il laboratorio che si occupa di Antropologia e Odontologia Forense, il Labanof, appunto. Guidato dalla dottoressa Cristina Cattaneo, si occupa da ventisei anni di dare dignità ai corpi senza nome, insieme a un gruppo di professionisti e ricercatori composto da antropologi, archeologi, odontoiatri, biologi, naturalisti e medici legali. Labanof è anche il titolo del primo podcast originale prodotto interamente da Rai Radio Tre lo scorso anno, e che racconta il lavoro e le esperienze accumulate dalla dottoressa Cattaneo e dai suoi collaboratori. 

In cinque episodi il podcast copre tutto il periodo di vita del laboratorio dal 1995 al 2020, e ogni puntata è dedicata alla ricostruzione di fatti di cronaca più o meno noti con aneddoti, ricordi e spiegazioni scientifiche fatte dalla dottoressa e i suoi colleghi. Il primo e l’ultimo episodio, come a chiudere un cerchio, sono dedicati a due grandi stragi, quella del disastro aereo di Linate nel 2001, e quella del naufragio nel Canale di Sicilia nell’aprile del 2015. Entrambe caratterizzate da un incredibile lavoro di riconoscimento dei cadaveri e da un’enorme carica emotiva da parte di chi ha preso parte ai lavori. In mezzo, ci sono il rinvenimento di due cadaveri vittime delle Bestie di Satana, la collaborazione con il programma televisivo Chi L’ha Visto e l’analisi dei resti delle ossa di Sant’Ambrogio. Labanof è un percorso attraverso gli ultimi anni della nostra storia più recente visto con gli occhi e i microscopi di chi solitamente è chiuso nei laboratori ad analizzare frammenti di nervi ottici e a ricomporre parti di ossa umane.

Non c’è freddezza né distacco nelle voci dei medici e studiosi del Labanof, ma una pungente umanità nel raccontare lo scopo del proprio lavoro: dare dignità a quei corpi sconosciuti e collaborare a ridare pace ai loro familiari che li cercano. Il loro lavoro è essenziale e continua a funzionare, con risultati incredibili anche grazie alla commistione di conoscenze e percorsi accademici spesso considerati molto distanti nella concezione comune, come ad esempio l’archeologia, che è invece fondamentale per disseppellire cadaveri occultati. 

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✏️Autore: RaiPlay Sound

🎧 Consigli di ascolto: essendo un podcast originale prodotto dalla Rai è ascoltabile solamente tramite il sito web o l’app della Rai. Soprattutto in quest’ultimo caso l’esperienza utente è un po’ macchinosa. Una volta scaricata l’app, nel menu in basso selezionate l’opzione “Programmi” e cercate Labanof nella barra di ricerca.

🧁 Bonus: la dottoressa Cattaneo ha un programma su Radio24, si chiama Corpi e sazierà l’infinita curiosità sull’argomento che rimane dopo le cinque puntate. Certo, la produzione audio non è della stessa qualità, molto più invasiva, sullo stile delle radio con le voci sensazionalistiche e ostentate dei dj radiofonici, ma le storie rimangono interessanti da ascoltare.