Linea Bianca

La recensione di un podcast su Gorizia e i suoi confini

Vivendo in Europa è facile dimenticarsi dell’esistenza di quelle linee piuttosto arbitrarie che sono i confini, solchi tracciati sulle mappe che spesso attraversiamo senza prestar loro alcuna attenzione. Ma non è sempre stato così. Come ci ricorda quotidianamente quel che accade ormai da mesi qualche centinaia di chilometri a est dal nostro paese, viviamo in un luogo e in un tempo particolari, un glitch del sistema in cui i confini sono al contempo stabili e porosi, definiti e dimenticabili. 

Linea Bianca ci riporta indietro nel tempo a quel momento in cui, dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, politici e politicanti si sono seduti intorno a un tavolo per tracciare il nuovo assetto geografico del nostro continente e decidere, nel caso della storia raccontata in questo podcast, di quale nazione dovesse fare parte Gorizia. Per chi come il sottoscritto ha saltato qualche lezione di storia vi lascio qui uno striminzito riassunto. È il 1 Maggio 1945 e le formazioni naziste si ritirano da Gorizia, la zona liminale che divide e al contempo unisce l’Italia con quella che all’epoca è ancora Jugoslavia.

Si scatena una corsa tra le truppe del Maresciallo Tito e l’esercito alleato per riempire il vuoto lasciato dagli occupanti, con l’idea che i primi ad arrivare potranno rivendicare la città come parte del loro territorio durante i trattati di pace. Semplificando moltissimo, in quel periodo Gorizia era una città in cui convivevano più o meno pacificamente italiani e sloveni. Da lì in poi le cose cambieranno, lasciando nella città e nella sua popolazione una profonda cicatrice, una frontiera che è al contempo esterna e interna.

Nelle quattro puntate di Linea Bianca, Natalie Norma Fella ripercorre i fatti che vanno dalla fine della guerra ai giorni in cui un confine viene effettivamente tracciato, tagliando a metà terreni, strade, piazze e addirittura un piccolo cimitero. Il racconto della Storia si appoggia sul gigantesco archivio di interviste raccolte negli ultimi vent’anni da Alessandro Cattonar, il presidente dell’associazione culturale che ha voluto questo podcast, animando Gorizia e le sue contraddizioni attraverso le storie di chi ha vissuto sulla propria pelle il difficile dopoguerra della città. A far da collante al tutto, lo splendido lavoro di scrittura con cui Norma Fella riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, intrecciando con leggerezza il racconto storico con quello personale grazie a una elegante punteggiatura fatta di cenni di archeologia architettonica, mistica cittadina ed epressioni dialettali. Ammirevole anche il lavoro fatto sulle musiche che accompagnano il podcast dalla canadese Marie-Hélène Massy Emond, create quasi interamente a partire da registrazioni ambientali effettuate in città.

Linea Bianca è un lavoro traboccante d’amore, in cui Gorizia e le sue irriconciliabili complessità prendono vita dentro le nostre orecchie. A tratti si ha quasi l’impressione che la città si faccia carne e ci confessi il suo difficile passato tramite il lavoro di Norma Fella e compagni, riportando a galla un pezzo della nostra Storia troppo spesso dimenticato e obbligandoci a chiederci come ci prendiamo cura delle ferite e delle cicatrici che costellano le nostre storie, siano esse private o collettive. 

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🎧 Consigli di ascolto: più che darvi un consiglio, ci tenevo a dirvi che nel quarto episodio vi toccherà commuovervi un pochino.

🧁 Bonus: Gorica e Nova Gorica (la sua gemella slovena) saranno Capitali Europee della Cultura del 2025. Uno dei meritevoli propositi di questo podcast è che in vista di questo evento si possa tornare a parlare e conoscere la storia di questo territorio