Morte di un giallista bolzanino

La recensione di un podcast su omicidi e finzioni letterarie

Morte di un giallista bolzanino è un radiodramma incentrato sul mistero che circonda la morte di Marco Felder, un perito altoatesino che nel 2019 era riuscito a pubblicare un romanzo giallo, Tutta quella brava gente, per Rizzoli. Il corpo di Felder viene trovato da due escursionisti in un bosco sopra bolzano, incastrato dentro una buca di ghiaccio. Visti i problemi di salute mentale del perito-giallista, la vicenda viene inizialmente archiviata come il suicidio di un uomo solo, che non ha retto alle conseguenze del lockdown da Covid. Colpito dalla sua storia, J., voce narrante del podcast e giornalista che ha fatto la sua gavetta proprio a Bolzano, decide di approfondire la vicenda, ma più si addentra nei suoi meandri, più si rende conto che qualcosa non quadra.

Le indagini di J. proseguono attraverso interviste, testimonianze, spezzoni di cronaca locale, ricostruendo la vita e i, pochi, rapporti di Felder con il resto del mondo e scoprendo dettagli sconcertanti che lo inducono a interrogarsi sulla verità del presunto suicidio. Gli indizi sembrano puntare verso una pista ben precisa, seguita in precedenza senza successo anche da uno degli agenti che ha investigato sulla morte di Felder prima di archiviare il caso. Visto il carattere burbero e solitario di Felder, infatti, Rizzoli aveva deciso di pubblicare il suo romanzo sotto pseudonimo, usando i volti e le biografie di altri due autori per promuovere Tutta quella brava gente. Se per la giustizia ufficiale, però, non ci sono prove a sufficienza per collegare il suicidio a questa vicenda, J. ci vede qualcosa di più oscuro.

Non continuo oltre con la storia per non anticipare troppo dell’indagine svolta da J. nei quattro episodi da circa venticinque minuti del podcast, ma c’è ancora un piccolo grosso spoiler che devo farvi: gli autori ingaggiati da Rizzoli per sostituire Felder sulla copertina del suo libro sono l’avvocato e scrittore siciliano Giuliano Pispisa e l’autore veneto-bolognese Jadel Andreetto. Se ora riguardate il titolo di questa recensione, noterete che sono gli stessi nomi che leggete tra gli autori del podcast. Questo perché Morte di un giallista bolzanino è un podcast fiction e, nel mondo reale, Pispisa e Andreetto sono i veri autori di Tutta quella brava gente ed è invece Felder ad essere lo pseudonimo dietro cui si sono nascosti per la sua pubblicazione. Pseudonimo di cui hanno evidentemente deciso di liberarsi attraverso l’apparente suicidio che accade nel complicato gioco di specchi che risulta essere questo lavoro.

Morte di un giallista bolzanino non è quindi un semplice radiodramma, ma una sorta di “mockcast”, un neologismo coniato dagli autori per descrivere un lavoro audio di pura finzione che ricalca i modelli stilistici e narrativi propri dei podcast investigativi. Il suo ascolto si trasforma così in una deliziosa torta millefoglie, il cui delicato profilo di gusto sta nell’inseparabile fusione tra gli strati narrativi tenuti insieme da una scrittura impeccabile sempre perfettamente in bilico tra verosimile e fittizio, come una crema pasticcera dal gusto bilanciato tra limone e uova. Morte di un giallista bolzanino è allo stesso tempo un radiodramma, un mockcast e parte di un universo narrativo più ampio che tiene insieme mondi e mezzi comunicativi differenti. Insomma, Tutta quella brava gente è un romanzo a tutti gli effetti, pubblicato da Rizzoli nel 2019, sarà presto sul mio comodino in attesa di essere letto, e il mockcast fa da ponte tra questo e l’uscita del secondo libro della serie, La parola amore uccide, pubblicato recentemente, questa volta con i veri nomi dei due autori. Come se non bastasse, il radiodramma contiene anche riferimenti nascosti che si potranno comprendere appieno solo leggendo UFO 78, nuovo romanzo di Wu Ming, che ha preso parte al progetto, e che è uscito a ottobre per Einaudi.

Morte di un giallista bolzanino è un viaggio rizomatico intorno alla riflessione dell’identità, con un continuo gioco di rimandi sul significato stesso di esistenza, che lascia l’ascoltatore sospeso nel costante dubbio su cosa sia reale e cosa sia inventato. Un prodotto audio impeccabile, frutto di un grande lavoro di scrittura e di creazione di mondi narrativi, da cui dovrebbe prendere ispirazione chi si cimenta con l’audio fiction ma, a dirla tutta, con la narrazione in generale.

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✏️Autore: Andreetto e Pispisa per RaiPlay Sound

🎧 Consigli di ascolto: non cercate troppe informazioni online, fidatevi della voce narrante, J. (che, tra l’altro, è quella di Jadel Andreetto) e seguite la storia. Vi ritroverete, puntata dopo puntata, a cercare nomi, festival e vicende su Google per capire cosa è reale e cosa è inventato. Fa parte dell’esperienza di ascolto!

🧁 Bonus: sul sito di Rai Alto Adige trovate i credits di ogni voce presente in ogni puntata per capire chi è reale e chi no. Di nuovo, fatelo solo alla fine.