Sbandato

La recensione di un podcast su guerra, montagne e sbandamenti

È l’8 settembre del 1943 e hai una ventina d’anni. Vieni dalla pianura lombarda, ma ti trovi in alta montagna, in un rifugio a duemila metri di altitudine, al confine tra Italia e Francia. Per tre anni sei rimasto isolato lassù, impegnato a difendere un confine invisibile, patendo il freddo, la nostalgia di casa e, a tratti, pure la fame. Improvvisamente tutto cambia. L’Italia firma un armistizio con gli alleati e tu devi scegliere: puoi lasciarti catturare dai nazi-fascisti, unirti ai repubblichini di Salò o prendere parte alla nascente guerriglia partigiana. Cosa faresti?

Piero Porro decide di rifiutare tutte queste opzioni, scappare verso le terre natie e vivere il resto della guerra da “sbandato”, clandestino nel proprio paese. Sbandato è il postumo tentativo di suo nipote, Alessandro Porro, di rimettere insieme la storia degli anni che Piero ha passato su quelle montagne, a partire da qualche sbiadita fotografia e da quegli evanescenti racconti che spesso i nostri antenati si lasciano dietro di loro.

Mi sono approcciato a questo podcast pensando di trovarmi davanti un altro Carla, ovvero un podcast in cui attraverso frammenti di ricordi viene ricostruita e fissata la memoria di una persona. Ero pronto ad ascoltare storie di montagna e già pregustavo il racconto di una rocambolesca fuga tra nugoli di nazi-fascisti inferociti. Sbandato non è nulla di questo. È un podcast strano, che non sempre rispetta le aspettative che crea nell’ascoltatore, spiazzandolo mentre si perde in tangenti inaspettate.

In otto episodi, Alessandro ripercorre sì la storia di suo nonno, ma, vuoi per inclinazione personale, vuoi per mancanza di un diario a cui appoggiarsi, si lascia spesso trascinare dalle suggestioni in cui si imbatte nelle sue ricerche, in un involontario parallelo con gli strattoni che la Storia ha riservato al suo antenato. Piero e le sue (dis)avventure restano quindi un po’ sulle sfondo, mentre ci addentriamo in disamine sulla sessualità in epoca fascista, seguiamo la nascita della radio italiana o scopriamo come innocue canzonette da bar siano diventate inni del Partito Nazionale Fascista.

Sbandato è pieno di ottime intuizioni, come effetti sulla voce a dividere il narratore Alessandro dal produttore Alessandro e momenti da cinegiornale dell’Istituto Luce e un suo stile particolare che, come spesso succede alle meglio produzioni indipendenti, lo differenzia dal resto del mondo podcast italiano. Particolarmente interessante è l’uso massiccio della musica di quegli anni, le cui storie e canzoni, ri-registrate negli studi di Doremind per l’occasione, diventano quasi inaspettatamente uno dei temi portanti del podcast e un prisma attraverso cui leggere la storia di Piero e quella dell’Italia.

Sbandato non è un lavoro perfetto, ma proprio per questo è un podcast da cui è bello lasciarsi sorprendere, apprezzandone le trovate geniali e le storture che lo rendono così interessante.

🔗Ascoltalo qui

✏️Autore: Alessandro Porro per Doremind

🎧 Consigli di ascolto: non ascoltatelo tutta in una volta, ma scegliete dei momenti rilassati e tranquilli in cui farvi cullare dalla storia sussurrata di Sbandato. La morbida voce di Alessandro Porro e la sua andatura lenta e a tratti quasi ipnotica vi trasporteranno con gentilezza in un’altra epoca.