Stories

La recensione del podcast che vi tiene aggiornati su cosa succede nel mondo

Quando è iniziata la guerra in Ucraina ho avuto un momento di rigetto e per preservare la mia salute mentale mi sono informata il meno possibile, ho iniziato a togliere il follow a chiunque ne parlasse a caso sui social e mi sono ritirata nelle mie stanze (mentali). Ci sono rimasta per un paio di giorni in quelle stanze, fino a decidermi che stavano succedendo cose alle quali dovevo prestare attenzione. Se fossi una Chiara qualunque della Gen Z, questo momento si sarebbe tradotto in me che replico al trend su TikTok di it’s time to cosplay as a person who has their shit together” (letteralmente “è il momento di far finta di essere una persona che ha le cose sotto controllo”). E invece no, invece di far finta di capire TikTok mi sono messa ad ascoltare podcast. Uno tra tutti, Stories di Cecilia Sala è quello che mi ha aiutata a “get my shit together”.

Il podcast è stato lanciato lo scorso gennaio ed era nato con l’obiettivo di raccontare ogni giorno una storia dal mondo in una decina di minuti. Una sorta di podcast daily dalla durata contenuta sulle notizie dall’estero. A condurlo, Cecilia Sala, una giovane giornalista italiana che negli ultimi anni ha dedicato parte del suo prezioso lavoro a raccontare quello che succede fuori dai confini italiani. In particolare, la scorsa estate è stato indispensabile il suo racconto sul campo della crisi afghana e dell’arrivo dei talebani a Kabul. Dal lancio del podcast, ha raccontato di una città fantasma in Cina, del nuovo governo Cileno e delle spie che usano Wordle.

Nei giorni precedenti alla guerra, Sala aveva già raccontato storie sull’Ucraina o sulla Russia (memorabile quella sul cuoco di Putin). Dal giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, però, la storia da raccontare è diventata una e Cecilia Sala lo ha fatto partendo in prima persona alla volta di Kyiv. Ad oggi quindi Stories è raccontato direttamente dai luoghi in cui sta avvenendo il più grave conflitto degli ultimi decenni nel continente Europeo.

In soli sei/sette minuti al giorno gli episodi sono un incredibile (nel senso che non ci si può credere) spaccato di quello che vive una giornalista di guerra e di quello che sta effettivamente accadendo in Ucraina. La voce di Sala è preoccupata, sporcata dal vento gelido e spezzata dai rumori di sottofondo, mentre ci parla da un treno, da un bunker, da una chiesa o da un hotel semivuoto. Ci sono le voci delle persone che incontra: civili, militari e chiunque sia rimasto a Kyiv e dintorni, cercando di capire come sopravvivere. Stories è volutamente grezzo, astenendosi meritevolmente dal drammatizzare l’esperienza di Sala, che con il microfono in mano e un montaggio minimo racconta quello che vede senza cercare di trovarci un senso ma rimanendo lucida nell’analizzare la situazione geopolitica e nell’informare l’ascoltatore sugli sviluppi della guerra. 

Non credo di essere l’unica ad aver cambiato repentinamente e drasticamente le mie abitudini di fruizione dei media, delle notizie e dei social network, come spesso accade durante certi eventi che scuotono la collettività. Ci si muove più o meno inconsapevolmente nella stessa direzione, come dei pesci in un banco o degli stormi di uccelli che volano o nuotano alla ricerca di un posto altro. Siamo in molti in queste ultime settimane ad aver preso provvedimenti per difenderci da schegge impazzite di informazioni caotiche. Rifugiarsi nei podcast che di questa storia ne stanno parlando con cognizione di causa è un buon modo di sopravvivere. È forse a questo che servono i podcast nell’epoca storica in cui ci troviamo? Abbiamo bisogno di poter mettere in pausa questo uragano distopico che ci appare in qualsiasi schermo su cui posiamo gli occhi, per prendere fiato, ordinare le idee e tornare per un attimo alle nostre vite. È nella possibilità di formulare questa frase che risiede tutto il nostro privilegio in questo preciso momento storico. 

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✏️Autore: Cecilia Sala per Chora Media

🧁 Bonus: Stories non è ovviamente l’unico modo per rimanere aggiornati su cosa succede in Ucraina. Per venirvi incontro abbiamo preparato una lista di podcast con cui capire cosa sta succedendo, metterlo in prospettiva e cercare di tenere il passo con le notizie, senza dimenticarsi di chi sta soffrendo. La lista è piuttosto lunga per permettere a ciascuno di costruirsi la sua scelta di fonti, toni e prospettive in base a tempo e interessi.

Storia

  • Imperi, (RAI): una breve storia di quali forme lo stato russo ha avuto nel passato e quali si pensava potesse assumere nel futuro.

  • Nella Mente di Putin, (Chora): una serie per capire come Putin sia arrivato al potere e quali possono essere le motivazioni che lo muovono

  • Tyranny, (Will Media): imparare a conoscere Lukashenko in venti minuti, ridendo del suo essere un mero pupazzo nelle mani di Putin.

Voci

  • Invaded: Voicemails from Ukraine, (Tortoise Media): audio messaggi da comuni cittadini ucraini. Qualche minuto al giorno per sentire come si sta in Ucraina dalle voci senza filtro di chi ci vive.

  • UA: The Day That We Survived, (Urban Space Radio): per un riassunto quotidiano fatto da un mix di fonti giornalistiche verificate e voci sul campo.

Prospettive

  • Globally, (Will Media / ISPI): uno sguardo alle conseguenze geopolitiche del conflitto.

  • Planet Money, (NPR): per capire come la Russia si è preparata alle sanzioni, quali sono stati i loro primi effetti e cosa sta succedendo al rublo e agli oligarchi.

News

  • Politics, (Il Post): un riassunto di quello che è successo nella settimana precedente. Normalmente si occupa di politica italiana, ma in questi giorni è difficile parlare d’altro.

  • UkraineCast, (BBC): per il vostro recap quotidiano in trenta minuti

  • State of Ukraine, (NPR): per restare aggiornati su tutto quello che succede in Ucraina con brevi dispacci da cinque minuti l’uno.