Venticinque

La recensione del podcast sugli anni che hanno rivoluzionato la musica italiana

Sono sempre stato troppo pigro per imparare a suonare, ma la musica ha occupato un ruolo importantissimo per gran parte della mia vita adulta. A cavallo tra gli anni zero e gli anni dieci vagavo infatti per tutti i più minuscoli concerti di Genova e dintorni, contribuivo a modo mio alla scena organizzandone alcuni e scrivendo di musica su blog e fanzine. Ero parte di quel sottobosco italiano di musica bella e indipendente che poi confluiva in festival pieni di chitarrini, sintetizzatori e sbregioni come il MiAmi. Devo molto a quel periodo e allo spirito D.I.Y che lo permeava ed è anche grazie alla voglia di fare che ho imparato dai miei compagni di concerti che mi sono buttato a fare Orecchiabile.

Non potevo quindi che essere gasato marcio quando gli amici di LifeGate Radio ci hanno contattato per segnalare l’uscita di Venticinque, 1997-2022 gli anni che hanno rivoluzionato la musica italiana. Questo podcast dal titolo lunghissimo è stato prodotto in occasione dei venticinque anni di Rockit, il magazine che ha seguito, e in parte traghettato, la scena indie italiana nel suo passaggio verso il mainstream, trasformando intimi concerti da venti persone nei sbrilluccicanti palchi di Sanremo, e CD-R con le copertine fotocopiate in milioni di stream. Venticinque si pone l’ambizioso compito di tracciare la mappa di questo percorso attraverso, per l’appunto, venticinque minidocumentari, raccontando in ogni puntata un anno e l’artista che lo ha segnato.

Lo stile di Venticinque ricalca quello degli altri podcast prodotti da LifegateRadio. Lo spazio è lasciato interamente alle parole degli artisti, registrati durante momenti di vita quotidiana e mentre portano a spasso i produttori del podcast in luoghi per loro evocativi. La narrazione è completamente assente ed è sostituita da un certosino lavoro di scrittura fatto in fase di editing. Frammenti di conversazioni sparse sono accostati con incredibile cura, fino ad amalagarsi in conversazioni intime e personalissime. L’impressione è quella di passeggiare insieme Vasco Brondi tra i vecchi bordelli ferraresi mentre ci racconta della sua vita al di fuori della musica o di essere seduti sul divano di Carmen Consoli a parlar delle sue session notturne quando suo figlio fa capolino dall’altra stanza.

Il risultato sono degli eleganti audiodocumentari che, procedendo per immagini e suggestioni, ci raccontano di come gli artisti più rappresentativi degli ultimi due decenni di musica italiana sono arrivati al successo, incastrando al contempo le loro storie di vita nel mondo reale. Venticinque non ci presenta infatti i suoi protagonisti come le idealizzate rappresentazioni di cantori intrisi della loro arte, ma come semplici persone che hanno vite e problemi in gran parte sovrapponibili ai nostri e che, grazie al giusto mix di talento, sudore e culo, sono riuscite a vivere della loro voce e delle loro parole. Lungi dall’essere solamente un podcast che parla di musica, Venticinque diventa così un racconto del presente, in cui, tra una storia buffa e l’altra, si finisce per parlare di emigrazione e memoria, prigioni e maternità, in un etereo tour dell’Italia contemporanea, guidato dalle voci e dalle canzoni che ne hanno rappresentato uno spaccato.

🔗Ascoltalo qui

✏️Autore: LifeGate Radio

🎧 Consigli di ascolto: le puntate sono slegate tra loro, quindi potete ascoltarle come e quando più vi aggrada. Il tutto è confezionato con così tanta arte e amore che vi consiglio di ascoltarle a prescindere dal fatto che vi piaccia l’artista coinvolto o meno. 

🧁 Bonus: il fatto che Vasco Brondi, di cui conservo il demo da qualche parte in casa di mamma, faccia l’insegnante di yoga nei suoi periodi fuori dal palco mi ha fatto improvvisamente sentire un anziano.