Viva l’Italia, le morti di Fausto e Iaio

La recensione di un podcast in bilico tra finzione e documentario

Qualche settimana fa mi trovavo sotto gli scintillanti riflettori del Teatro Carcano per premiare il miglior podcast fiction italiano agli Italian Podcast Awards e mentre lo facevo, cercando di metterci tutta la mia (poca) professionalità, pensavo a quanto fosse strano che proprio io fossi stato a invitato a fare da gran cerimoniere per i podcast di finzione, in assoluto una delle cose che più faccio fatica ad ascoltare e apprezzare, visto quanti di loro sono afflitti da gravi casi di “attorismo” (attorismo: sostantivo maschile che indica quei momenti in cui un impettito attore declama il suo copione rilegato in pelle di cuoio con tono e pronuncia arrogante di chi “ha studiato teatro”) (pensate a Nic Cage che vi parla pazzissimo nelle orecchie senza che possiate ammirarne le sue iconiche pettinature).

Quando Santa Daria Corrias, la paladina degli audio documentaristi italiani, ci ha scritto per avvisarci dell’uscita di Viva l’Italia, le morti di Fausto e Iaio, un podcast tratto da uno spettacolo teatrale, la mia prima reazione è stata quindi quella di scappare urlando. Da vero professionista quale sono però mi sono messo in ascolto e…wow!

Viva l’Italia è un podcast in sei puntate in cui ci viene raccontata la storia dell’omicidio di Fausto e Iaio, due ragazzi diciottenni uccisi a colpi di pistola in uno di quei tanti (troppi) delitti irrisolti che hanno segnato gli anni di piombo. La loro storia si intreccia con le tensioni sociali e politiche di quel periodo, dallo spaccio di eroina all’eversione di destra, passando per le B.R. e il rapimento di Aldo Moro. La storia dell’insensata uccisione di due ragazzini diventa quindi la chiave per esplorare quello che è successo in uno dei periodi più turbolenti della storia italiana, cercando di darne una lettura più ampia e di tracciarne i collegamenti con i giorni nostri.

Lasciando il grande lavoro sul contenuto da parte, quello che rende Viva l’Italia veramente speciale è come il duo Scarpetti/Corrias hadeciso di raccontarlo, affiancando alla parte di finzione del podcast interviste, queste reali, realizzate con alcuni dei protagonisti di quegli anni. Il risultato è un riuscito mix tra finzione e realtà, in cui i due mondi si intersecano fino quasi a confondersi, trasformando così un copione teatrale in un raffinato esperimento radiofonico. La narrazione è affidata interamente al montaggio, supportato dal racconto in prima persona dei personaggi “recitati”, che, in alcuni riuscitissimi momenti, sembrano elevarsi dai fatti che raccontano e offrirci una visione d’insieme della storia, per poi farci ripiombare con loro dentro il racconto in attimi di grande impatto emotivo. A completare l’opera ci pensa un certosino lavoro sul sound design che, attraverso rumori di ambiente e telegiornali dell’epoca, trascina di peso l’ascoltatore dentro gli anni settanta.

Viva l’Italia, le morti di Fausto e Iaio è un piccolo grande capolavoro di radiofonia, che riesce a sfruttare tutte le possibilità del mezzo e le mette al servizio di una storia che, forse, si sarebbe potuta raccontare solo così. Dopo il recente Morte di un giallista bolzanino, il podcast di Scarpetti e Corrias è un altro riuscito esempio del lavoro che RaiPlay Sound sta facendo negli ultimi anni, dando spazio agli autori per giocare con generi e modalità di narrazione che si discostino un po’ da quelle ormai tristemente standardizzate di molti dei podcast che arrivano alle nostre orecchie.

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✏️Autore: Scarpetti/Corrias per RaiPlay Sound/Rai Radio 3