Vlora

La recensione del podcast che vi racconta il viaggio della Vlora verso Bari

Ci siamo lasciati i primi di agosto con il nostro suggerimento per l’uscita di questo podcast. Avevo ascoltato le prime due puntate in anteprima su richiesta dell’autore, poi ho chiuso a chiave il cassetto mentale dei podcast e sono partita per le vacanze senza riuscire a smettere di pensare al racconto di una storia che sembra di un’altra epoca, ma che è invece estremamente attuale. Lo sbarco della nave Vlora a Bari, carica di ventimila albanesi, infatti, aveva anticipato il tema delle grandi migrazioni. Poi, mentre ero tra gli ulivi di un agriturismo nel centro Italia, guardando le immagini di quello che accadeva all'aeroporto di Kabul, degli afgani che cercavano di fuggire aggrappati agli aerei, il pensiero è tornato al racconto della Vlora. Diverse sono le epoche e gli scenari politici, simile è la necessità di scappare da un determinato contesto.

Le cinque puntate del podcast sono un viaggio all’interno del viaggio: si inizia col racconto dello sbarco della nave e si finisce con le tristi (per la maggior parte) conseguenze per chi c'era sopra. In mezzo, c’è la voce di Filippo Femia, giornalista de La Stampa, che ci racconta la storia e mette in ordine i documenti audio dell’epoca e le interviste a Eva e Arthur, che erano sulla nave, al comandante della Vlora, all’ispettore di polizia che ne ha gestito l’arrivo al porto e a uno degli operatori televisivi arrivati sul porto per riprendere. 

Il racconto è lineare e procede a un ritmo costante, quasi a ricordare l’andamento della barca stessa. Nonostante ogni tanto Femia si lasci andare o alla narrativizzazione di alcune delle storie o delle immagini raccontate, il tono del podcast è asciutto e molto informativo, rimanendo molto aderente alla storia, in maniera simile a quello che accade  in molti documentari della televisione pubblica. Il suono, qui, non ha la funzione di ampliare quello che la voce vuole raccontare, ma resta solo di accompagnamento. Anche la sigla e le musiche infatti seguono il rigore stilistico del giornalismo tradizionale, e forse è proprio questo ad aumentare il contrasto tra la distanza di chi racconta la storia e l’emotività di chi l’ascolta in cuffia. 

In cinque episodi sono passata dallo stupore alla tristezza, dalla disperazione al pianto, sentendo la rabbia crescere per come lo Stato Italiano ha affrontato e gestito questa emergenza umanitaria. Insomma, ascoltare Vlora non è semplice, ma è estremamente utile per capire da dove veniamo, soprattutto per chi, quando tutto questo è accaduto, era troppo piccolo per ricordare.

🔗Ascoltalo qui

✏️Autore: Filippo Femia per La Stampa

🎧 Episodio consigliato: non si può che iniziare dalla prima puntata ma il quarto episodio, per me, è stato un colpo al cuore e forse quello che mi ha lasciata più inerme di fronte a quello che l’Italia ha fatto nei confronti degli albanesi.

🧁 Bonus: come spesso accade dopo aver ascoltato un podcast che non mi ha lasciata indifferente, ho cercato quante più informazioni possibili sulla nave Vlora e ho scoperto che Kledi Kadiu (sì, il Kledi di Amici di Maria de Filippi!) era uno dei ventimila sulla nave. Ha raccontato la sua storia, insieme ad altri tra cui Eva, nel documentario di Vicari, La nave dolce.