Iolanda mi nant de nòmini

La recensione di un podcast su poesia, magia e alberi secolari

Quest’anno ho deciso di svernare intorno alle spiagge di casa, a Genova, scappando dal freddo inverno berlinese e rifugiandomi in un appartamento di trenta metri quadri, con le sedie scomode, i piatti un po’ sbeccati e i muri così freddi da costringermi a dormire sepolto in un sarcofago di coperte. Questa minuscola casetta però ha una piccola importantissima magia da regalare: basta aprire una finestra perché le sue stanze si riempiano del suono del mare. È così, circondato dalle onde e dallo sfarfallio di luci ingiallite dal tempo, che ho ascoltato Iolanda mi nant de nòmini, un documentario audio proveniente dalla Sardegna e magico quanto questa casa da cui vi scrivo.

Iolanda mi nant de nòmini raccoglie la voce di Orlanda Sassu, una donna sarda che, all’ombra di un ginepro secolare, ha regalato per decenni la sua poesia a chiunque volesse starla ad ascoltare. La storia è andata più o meno così: Orlanda e il suo compagno Efisio si innamorano di un ginepro secolare sulla spiaggia di Pistis e per proteggerlo da vandali e speculatori in cerca di legname pregiato, decidono di costruirci intorno una casa/capanna. I due non sono sposati e vivono in case separate, ma amano passare insieme le loro estati a comporre e cantare poesie in sardo protetti dal nido contemplativo che hanno costruito. L’intimo fascino della loro pratica non rimane però nascosto a lungo e in breve il loro eremo estivo estivo diventa luogo di scambio e narrazione con gli ospiti che passano a trovarli e che restano fino a tarda ora a recitare versi e cantare sonetti con loro. A un certo punto Zia Landa, come è conosciuta dagli abitanti del suo paese, mette le mani su di un registratore e inizia a incidere cassette su cassette di versi dialettali in rima cantata.

Sono proprio le registrazioni contenute in queste cassette a costituire la spina dorsale di Iolanda mi nant de nòmini, il cui nobile scopo è quello di rendere nuovamente fruibile questo prezioso tesoro di etnomusicologia inconsapevole. Le canzoni di Orlanda, accompagnate da un delicato sound design e puntellate qua e là dalle leggere intrusioni delle autrici, ci accompagnano in quelli che sono stati i luoghi più importanti della sua vita. La narrazione esterna è (quasi) assente, a sottolineare la volontà di rendere omaggio alla poesia di Zia Landa, senza forzarne la vita in un romantico racconto dei tempi andati. 

Non stiamo però parlando di un puro esercizio di stile e intelletto. Iolanda mi nant de nòmini tocca alcune di quelle fragili corde che ci sono all’interno dei nostri cuori, emozionando, coinvolgendo e creando tra le orecchie di chi ascolta indelebili immagini. A distanza di tempo dal primo ascolto sento ancora molto forte l’incantesimo che Orlanda sembra aver lanciato su di me, lasciandomi con la placida voglia di sedermi a sentirla cantare tra i rami del suo albero preferito.

Iolanda mi nant de nòmini, con la sua sottile magia, è un invito a ricordarci dell’importanza di preservare e tramandare tutte quelle cose semplici, spontanee e preziose che ci circondano e che troppo scivolano via con il passare delle generazioni.

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✏️Autore: Studiolanda

🎧 Consigli di ascolto: come avrete sagacemente intuito questo gioiellino audio è per larga parte in dialetto e vi toccherà guardarlo con uno schermo davanti per leggerne i sottotitoli. Il mio consiglio è di collegare un qualche aggeggio tecnologico allo schermo più grosso che avete, accoccolarvi comodi comodi, abbassare le luci e lasciare che i suoni vi trasportino lontano dai vostri salotti. Ne vale la pena, fidatevi.

🧁 Bonus: Iolanda Nomine Sint è stato prodotto grazie al supporto delle amiche orecchiabilə di Radio Papesse, di cui vi abbiamo parlato con grande amore in altre occasioni.