L’Unicorno

La recensione di un podcast sull’ascesa e implosione di una start-up bolognese

In attesa del momento in cui potremo quotare Orecchiabile in borsa, defraudare i nostri investitori e scappare a vivere come dei nababbi a Porto Sant’Elpidio, mi diletto a leggere di start-up e tech. In fondo da giovane divoravo saghe fantasy e, tra geni malevoli (Elon, non te la prendere), streghe in grado di predirre il futuro da una goccia di sangue e unicorni miliardari, l’epica della Silicon Valley non è poi così diversa da quella di Kryn o della Terra di Mezzo. Con tutto questo popò di materiale, ci sono decine e decine di podcast che seguono questo magma delirante di soldi, pensiero magico e invenzioni assurde. Finalmente ne abbiamo uno anche in Italia.

L’Unicorno ci porta dentro il racconto di Bio-On, la start-up bolognese nata in una conigliera dismessa con l’obiettivo di salvare il mondo dalla plastica. A guidarla troviamo Marco Astorri, un grafico commerciale diventato imprenditore che, dopo mesi di ricerche su internet e un viaggio alle Hawaii, sembrava aver trovato il modo di produrre e commercializzare una sorta di super-plastica biodegradabile, portando la quotazione in borsa della sua azienda a valori impensabili per una start-up italiana. A contrapporsi all’incredibile cavalcata di questo miracolo emiliano, troviamo Gabriele Greco, il gestore di un fondo speculativo newyorchese che decide di dichiarare guerra a Bio-On accusandola di aver gonfiato in maniera assurda i suoi bilanci per farla fallire e guadagnare così un sacco di soldi. Chi vincerà?

Nelle otto puntate de L’Unicorno Fabio Ragazzo e Matteo Liuzzi (già autore di Seveso per Audible) si prendono il tempo di raccontarci con calma la storia aziendale di Bio-On e quella personale di entrambi i protagonisti attraverso una ricca scrittura disegnata per la carismatica voce di Riccardo Haupt. Il racconto è costruito intorno alle interviste ad Astorri e Greco, con i due a presentare la propria interpretazione dei fatti. Rispetto a molti podcast d’inchiesta d’oltreoceano, gli autori de L’Unicorno si astengono dall’esprimere giudizi sulla vicenda, lasciando che siano gli ascoltatori a farsi una loro opinione e a decidere chi tra i due contendenti ha gonfiato di più le sue affermazioni: una scelta peculiare, che paga i suoi dividendi nelle ultime puntate del podcast, rappresentando in maniera fedele la confusione che ancora oggi regna intorno a una vicenda alquanto nebulosa e in cui la verità sembra stare da entrambe le parti.

I processi su Bio-On (perché ovviamente ci sono dei processi) sono iniziati solo da un paio di mesi, e probabilmente per qualche anno non sapremo se siamo stati a un passo da una frode di proporzioni colossali o se abbiamo perso un’altra Olivetti per strada. L’Unicorno è un ottimo e completo compendio per farsene un’idea prima che le tv generaliste si buttino a pesce su una vicenda troppo ricca di personaggi e svolte curiose per rimanere nell’oscuro angolino di noi impallati di tech e dintorni.

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✏️Autore: Boats Sounds per Will Media

🧁 Bonus: l’immancabile servizio di SuperQuark che spiega come funziona la scienza dietro Bio-On